Cenni di Storia

La storia del Comune si identifica con quella della Slavia veneta. Nel secolo VII popolazioni slave

entrarono in Italia, al seguito degli Avari, ed occuparono e colonizzarono le Valli del Natisone. Ebbero diversi scontri,

con alterne fortune, con i Longobardi, che dopo il 568 avevano conquistato quasi tutta la penisola. Le azioni bellicose

terminarono dopo la stipula di un trattato che che definiva i confini tra le due comunità e lasciava le terre della zona

collinosa alle popolazioni slave.

In seguito, la popolazione delle Valli del Natisone, dal periodo del Patriarcato di Aquileia sino alla caduta della

Repubblica di Venezia, godette, come riconoscenza dell'azione di controllo e difesa dei confini nord-orientali del Friuli

svolta dalle milizie locali all'uopo costituite,di una notevole autonomia amministrativa e giudiziaria; queste funzioni

venivano infatti gestite dagli Arenghi formati dai rappresentanti (decani) eletti dalle famiglie dei paesi più importanti

delle due Banche di Merso ed Antro. Il territorio comunale faceva parte, con le contrade di Cepletischis, Savogna e

Brizza, della banca di Antro. L'Arengo dei decani delle convalli di Antro si riuniva, per il disbrigo degli affari

amministrativi e giudiziari di prima istanza relativi alle popolazioni della Val Natisone e della Valle dell'Alberone ,

intorno alla lastra di pietra posta all'ombra dei tigli che crescevano nei pressi dell'abitato di Biacis. Le due Banche di

Antro e Merso formavano poi, insieme, il Grande Arengo che si riuniva, ordinariamente una volta all'anno, nei pressi

della chiesetta di San Quirino e trattava gli interessi generali di tutta la Slavia veneta.

Successivamente, l'arrivo delle truppe di Napoleone e la conseguente imposizione del sistema amministrativo francese,

portò alla soppressione di ogni forma di autonomia locale ed alla suddivisione del territorio in "comuni" previa

abolizione delle 36 "vicinie" esistenti. In particolare, nelle Valli del Natisone furono istituiti gli otto comuni di San

Pietro, San Leonardo, Savogna, Stregna, Drenchia, Grimacco, Rodda e Tarcetta (gli ultimi due nel 1928 si fusero

formando il comune di Pulfero). Alla fine della dominazione napoleonica, la Slavia passò in amministrazione all'Austria

(Congresso di Vienna) e, dopo la firma della pace di Vienna del 1866, il territorio fu consegnato alla Francia che lo

cedette al Regno d'Italia.

Le alture del Comune sono ricordate anche per gli avvenimenti legati alla prima guerra mondiale. Sulla cima del

Matajur e sui contrafforti del Colovrat passava infatti l'estrema linea difensiva approntata dalla 2^ Armata per impedire

l'avanzata del nemico nella pianura friulana in caso di ritirata delle truppe combattenti nelle linee avanzate.